MimesisLab
Laboratorio di Pedagogia dell'Espressione
Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica
Università degli Studi Roma Tre
Il cinema non è semplicemente un medium, un veicolo, un tramite.
Di per sé, ed in chiave educativa, può rappresentare un fine e complicato interlocutore.
Dai disegni sulle pareti delle grotte preistoriche, sino alle più avveniristiche multisala, l'immagine, fissa o in movimento, ha rappresentato per l'uomo una modalità per proiettare il suo mondo interiore e raccontare al prossimo, dinamiche ed inquietudini del vivere relazionato. Le scene di caccia che l'uomo primitivo imprimeva sulle rocce della caverna, cosa sono se non rivelazioni, svelamenti, visioni? Se tutti vivevano come lui e nello stesso luogo, qual'era la novità da confessare?
Già allora era in atto quel processo mimetico che permetteva all'uomo, prima che all'artista, di ri-animare non solo ciò che aveva visto, ma quel che aveva vissuto, e di ri-viverlo nell'atto creativo della rappresentazione.
Dal mito platonico, forma di cortometraggio ante litteram, al dolby-surround, questa caverna attraversata e vissuta da luci, ombre ed apparenza si è di molto evoluta, ma non ha mai interrotto quella relazione empatica con lo spettatore durante la quale la finzione è apparsa spesso più vera della realtà.
I grandi dinamismi che caratterizzano lo sviluppo dell'umano nell'uomo, e in particolare quelli relativi alla sua capacità di relazionarsi all'altro essere umano, trovano nella produzione cinematografica una pletora di esemplificazioni che ne mostrano vertici e fallimenti e ne disegnano scenari utopici, sia negativi sia positivi.
Il cinema, è un "animale" particolare, misterioso, atipico, che si dà a vedere, si mostra, ma mai per intero, completamente: il mistero della pellicola sembra iniziare con i titoli di testa e finire una volta riaccese le luci in sala. E' proprio in quel momento, infatti, che nell'animo dello spettatore comincia o si ricrea un nuovo film, un ri-generato spettacolo, mediato poieticamente dalla sensibilità e dal vissuto di ognuno. Questa relazione logopatica, circolare, che inizia con l'avvolgere il film allo spettatore e che si conclude con l'elaborazione creativa di un nuovo film da parte dello spettatore stesso, può rappresentare l'inizio di una riflessione filosofica tesa a sensibilizzare ciascuno circa le dinamiche umane e ad individuare film di vario genere da utilizzare con finalità educative.
A cura di Giuseppe Fassari
Ultimo aggiornamento: 18 / 07 / 14 - 17:43:41